C’è un fuoco che non si vede, ma brucia. Nasce da un’idea, cresce con un gesto, vive in una frase, si diffonde con una voce.

Jocu di Focu è questo: una fucina creativa, un luogo dove l’intuizione si forgia e si trasforma in visione e materia. In un tempo che scivola via, che consuma, accendiamo fuochi che restano. Piccoli. Veri. Brillano nei giorni stanchi di crepuscolo, tra le mani di chi crea.

Qui l’arte è essenziale, rude, reale, affiora dal profondo, si mostra, e passa oltre. Un bagliore alla volta. Come onde d’inverno, come brace che resiste sotto la cenere.

Attorno a questo falò antico, si intrecciano voci e silenzi, le scintille salgono, e da ognuna può divampare un nuovo rogo. Questa è l’essenza del gioco del fuoco, il resto è rappresentazione.